Il Forte Monte Maso ha subito negli anni gravi danni dovuti principalmente alla demolizione delle preziose strutture metalliche, anche i mattoni delle volte interne e dei pavimenti furono oggetto di commercio, comprese le pietre lavorate, solo dal deposito munizioni furono estratti 44.000 mattoni dal Sig. C.E. Anche l'organizzazione Todt, durante il secondo conflitto mondiale, prestò le proprie attenzioni al corredo del forte, in questo caso il forte era già di proprietà privata e il proprietario fu risarcito dallo stato italiano. La stessa organizzazione costruì nuove opere strategiche, con abbondante ausilio del calcestruzzo, nelle vicinanze del forte collegate tra loro, tramite trincee rinforzate con pali di legno, opere importanti dal punto di vista tattico per la protezione del caposaldo fortificato. Nella spianata frontale e nella parte superiore del fossato di gola del forte, sul lato destro, furono ricavate due piattaforme per due batterie contraerea formata da due pezzi del famoso cannone a tiro rapido "88 Flak". Non ci sono notizie storiche sull'uso di queste armi da parte dei militari tedeschi. Per dare ricovero agli artiglieri fu costruito "l'osservatorio" sopra la parte sporgente dal terreno della postierla di destra. Oggi l'area si estende intorno al forte con 4 bunker interrati posti ad una distanza che varia dai 400 agli 800 mt in linea d'aria dal caposaldo antiaereo, formano una cintura difensiva in ottimo stato di conservazione e 2 sono visitabili. Stiamo predisponendo un percorso segnalato per visitare i siti autonomamente con l'ausilio di una carta topografica particolareggiata.
Esiste ancora il tracciato riservato ai binari usato per trasportare le munizioni su carrelli tipo miniera dal forte fino ai due bunker rivolti verso la Val Leogra, il piano inclinato attraversa in leggera salita la zona detta "Meltra".
Fronte del Forte Maso , sullo sfondo il monte Enna sulla cui sommità si trova l'omonima Opera fortificata.
La crisi post-bellica del 1945 trasformò il forte in fonte di guadagno per la proprietà che, senza grossi problemi, non esitò a sottoscrivere veri e propri contratti di vendita dei vari materiali, esistono ancora oggi gli originali. A quei tempi, e fino a pochi anni fa, non esisteva la sensibilità che c'è oggi nei confronti di opere così importanti dal punto di vista architettonico e storico, il nuovo assetto societario della proprietà si sta muovendo nella direzione giusta per poter valorizzare e aprire in futuro al pubblico l'intera struttura. Oggi il forte è parzialmente visitabile su richiesta o prenotazione, grazie all'aiuto di volontari, stiamo procedendo alla pulizia esterna e sgombero dei detriti dai locali interni, quasi tutta l'Opera militare risulta riutilizzabile dopo interventi di restauro conservativo, con esclusione della parte centrale in corrispondenza delle sei casamatte corazzate, l'uso di mine di grossa potenza ha danneggiato irrimediabilmente, in quel punto, i due piani e la copertura del forte. Non è escluso che in un prossimo futuro la parte centrale del forte verrà liberata dai grossi blocchi di calcestruzzo, solo così si potrà mettere completamente in sicurezza l'intera struttura e portare alla luce il pavimento originale.