Piero CALAMANDREI
Uno dei padri della Costituzione italiana, durante il primo conflitto mondiale, frequentò le retrovie del fronte vicentino, la sua passione per la fotografia ci permette ancora oggi di rivivere la vita del soldato nelle zone a ridosso della prima linea. L'avvocato Calamandrei doveva occuparsi di tribunali militari ........
Riporto un pensiero del soldato Calamandrei.
"Io so che i morti non abbandonano le vette e i piani dove sono stati per tre anni.
Se noi andiamo a visitare oggi, col cuore stretto da una infinita malinconia, quelle trincee che ancora restano, ci sembrano vuote e rovinate; ma i nostri occhi non vedono: le ombre dei morti sono ancora lì, ognuno dinanzi alla propria feritoia, a guardare quei pochi metri di terra che per quattro anni furono il mondo di ciascuno. E talvolta questi morti si riuniscono nei ricoveri delle tricee: nei ricoveri fondi, ove tante volte, mentre di fuori infuriava il bombardamento, essi sono stati da vivi, al lume di candelina, a scrivere una cartolina in franchigia alla famiglia lontana.
Si riuniscono nell'ombra, in quei ricoveri mezzi crollati, dove filtra attraverso l'imboccatura un chiarore di luna: stanno lì in silenzio, senza nulla dirsi......"
Camillo CANALI
Comandante del forte allo scoppio della prima guerra mondiale il 24 maggio 1915. (non abbiamo altre notizie su di lui) autore della raccolta inedita di fotografie del forte e delle valli del Leogra e Leno
Damiano CHIESA Rovereto 24 maggio 1894
L'irredento trentino Damiano Chiesa si arruolò a 21 anni, come volontario, nell'esercito italiano il 28/05/1915, inizialmente come prima destinazione fu assegnato al 6° reggimento artiglieria da fortezza con destinazione Forte Monte Maso.
... dalla raccolta di lettere alla fidanzata Emma Venturini:
Dal Campo (Valle dei Signori), 5 giugno 1915
... Giunto a destinazione; per l'altro sto benissimo e la vita del soldato mi va abbastanza.
Il mio indirizzo preciso è. 6.A.Fortezza, 3.a Comp. 9.a Divis.
Posta Militare 9° Div., 9 giugno 1915
... Il mio indirizzo giusto è Mario Angelotti, 6° Regg.Artiglieria Fortezza 3° compagnia 9° Divisione in luogo del paese si deve mettere Zona di Guerra. ...
La medaglia d'oro, anche se per un breve periodo, trascorse i suoi primi giorni di guerra tra i componenti della guarnigione del forte. Fatto prigioniero sui monti di Rovereto verrà fucilato a Trento il 19/05/1916.
In futuro pensiamo di dedicare al giovane eroe una sala del museo MumM all'interno del forte.
L'artigliere Mario Angelotti alias Damiano Chiesa
(Foto autografata dalla mamma Teresina)
Iginio PESCETTO
Il capitano del Genio Iginio Pescetto (1858) di Novara, a 27 anni fu chiamato a dirigere i lavori per la costruzione iniziati nel 1883 del forte Monte Maso e della tagliata Bariola negli anni 1885-1886, da ammirare l'incisione sulla prima cannoniera di destra (la numero 10) a lato dell'entrata del forte. (quella più a destra sulla fronte di gola del forte)
Nella tagliata Bariola, la firma del capitano, era incisa su una grande sfera di pietra bianca, posizionata sulla destra appena entrati nel piazzale interno attraverso il ponte levatoio sud, per ora scomparsa.
Giacomo CEOLATO "Baratieri"
Il Baratieri padre classe 1881 è stato il primo proprietario del forte. Già custode dal 1930 acquistò la proprietà con asta pubblica nel 1938 per la somma di 9.000 Lire. Interessante la storia di questa acquisizione, a S.Antonio di Valli del Pasubio c'erano due persone interessate alle opere militari in dismissione da parte dell'Erario, il Ceolato e il "casolin" della contrada un certo Pianegonda detto Bessi. Quest'ultimo avvisò tutti gli abitanti di S.Antonio e contrade limitrofe di essere intenzionato di acquistare sia il forte che la tagliata Bariola minacciando di far morire di fame chi avesse osato acquistare i due blocchi militari. Giacomo Ceolato non ebbe nessuna esitazione a scrivere nella busta la cifra di 9.500 lire, la base d'asta era di 9.000 lire, il Baratieri era sicuro dell'aggiudicazione infischiandosene delle minacce del Bessi, perchè lui era il mugnaio della zona e non aveva nessun problema di sopravvivenza. Segue......
Emilio CEOLATO
Primogenito di Giacomo, nato nel 1911, artefice delle vicende legate al forte, emigrò giovanissimo in Africa coloniale, si sposò per procura con una giovane valligiana, tornò a casa con il denaro per "mettere su famiglia", fu invece chiamato "sotto le armi" alla vigilia della seconda guerra mondiale con destinazione valico del Brennero dogana Italia Austria, affidò al padre Giacomo l'ingente gruzzolo guadagnato nelle colonie, somma destinata ad un particolare investimento finanziario, l'aggiudicazione del forte Maso messo in vendita dal demanio. I Ceolato si aggiudicarono l'asta e divennero proprietari della fortificazione, uso il plurale appositamente, il Giacomo divenne l'intestatario e possessore materiale mentre il figlio Emilio, pur finanziando l'operazione, non ne ebbe mai la disponibilità per varie vicissitudini. Segue .....
Giacomo Mario CEOLATO "Mario Baratieri"
Figlio di seconde nozze di Giacomo nato nel 1923, primo gestore del bar trattoria adiacente il forte, fu colui che costruì da solo e con enormi sacrifici il posto di ristoro e relativo alloggio del custode, di conseguenza divenne il primo inquilino del forte, anche lui non esitò come suo padre a svendere l'enorme quantità di materiale all'interno dell'opera militare. Segue......
Mario CEOLATO "Marieto"
Figlio di Giacomo Mario e gestore della vecchia trattoria, ultimo personaggio della dinastia dei Baratieri (terza generazione 1952), a contrario del padre condusse l'esercizio dedicandosi con più attenzione al forte, fu il primo che in un certo senso cercò di attirare gli avventori facendo leva, oltre che alle specialità valligiane, anche sulle potenzialità attrattive del forte, capitava spesso che ...... segue
Impresa FABRELLO Cav. GIOVANNI
Sul muro esterno del forte venne posata questa targa a ricordo dell'impresa costruttrice, IMPRESA FABRELLO CAV. GIOVANNI 1883-87.
Chiunque avesse notizie su questa impresa edile di Vicenza è pregato di mettersi in contatto con noi, sarebbe interessante acquisire notizie su chi ha materialmente costruito il forte.
E' stata interpellata anche la C.C.I.A.A. di Vicenza al riguardo senza esito.

Notizie riguardanti l'impresa sono arrivate da un lontano parente del Fabrello.
Sono notizie ufficiose che riporto: la ditta Fabrello Cav. Giovanni fu dichiarata fallita nel 1891 e gli eredi emigrarono in Francia, durante gli ultimi anni di attività vinse vari appalti pubblici tra cui, oltre alla costruzione del forte (non è certo il coinvolgimento dell'impresa alla realizzazione della Tagliata Bariola), costruì i ponti sulla linea ferroviaria Rocchette-Arsiero. Il Fabrello abitava a Vicenza ed era originario da contrada Draghi in Val Rio Freddo presso Arsiero, fu socio della Banca Popolare di Vicenza.
Prof. Dott. Roberto AGOSTINELLI Tenente Colonnello
L'ufficiale medico fu chiamato a dirigere l'ospedale territoriale da campo n. 1 della Croce Rossa Italiana a Schio. segue...
Cav. Ottorino Brunello
Primo presidente dell'Associazione FORTEMASO, classe 1930, instancabile artefice e fondatore di alcuni sodalizi sportivi e culturali dell'altovicentino tra cui l'Associazione 4 Novembre di Schio, dal 9 marzo 2013 ha passato le consegne al nuovo presidente Marco Gianesini.

L'alpino del "sesto"
Ottorino Brunello
Ottorino Brunello è stato l'ideatore e promotore di molte attività negli anni ottanta sul Monte Novegno, durate più di trent'anni con varie tappe: container sul piazzale, malga davanti e infine la ristrutturazione in prima persona con "valorosi" collaboratori della neonata associzione 4 novembre del così detto "Forte Rione o Rivon" secondo la toponomastica, in realtà una casamatta, attorniata da numerose baracche in legno, a servizio delle batterie da 149mm dislocate in barbetta sulla sommità del Rivon stesso.

I ruderi del Rione, di proprietà privata (A.P.A.) fino al 2010, ora del comune di Schio, foto prima del trattamento, anno 1991, Ottorino Brunello primo a sinistra.
(Curiosità, sotto alla tabella verde di inizio lavori di ristrutturazione del "forte", risalta la pagina speciale del Giornale di Vicenza uscita in occasione della visita di S.S. Giovanni Paolo II a Vicenza, il 7/8 settembre 1991.)